Team Sky, Bernal: “Non sento la pressione per il Giro, se non vinco mi pagano lo stesso”
Egan Bernal si prepara a correre il suo primo Giro d’Italia. Il corridore del Team Sky è stato scelto dalla propria squadra per essere il capitano della spedizione italiana, in cui sarà accompagnato dal trentino Gianni Moscon. Dopo aver entusiasmato gli appassionati di ciclismo nella scorsa stagione, svolgendo egregiamente il ruolo di gregario di Chris Froome al Tour de France 2018 e mettendosi in mostra nelle corse da una settimana, il colombiano si prepara a mettersi in proprio. Un’occasione unica per mostrare le proprie qualità e puntare in alto, magari con un risultato importante in classifica generale e la maglia bianca.
Il sudamericano ha concesso un’intervista a Marca, in cui ha dimostrato di non temere il suo primo confronto ai massimi livelli: “Pressione, pressione… Tutti ne parlano, i giornalisti lo domandano ai ciclisti. Ma cosa si guadagna dalla pressione? Assolutamente nulla. Alcuni la sentono maggiormente perché fanno pessimi commenti alla stampa, come «Vincerò il Tour de France». Io voglio fare bene al Giro d’Italia, ma se non vinco mi pagheranno lo stesso“.
Bernal ha poi spiegato meglio il proprio pensiero sul Giro: “Sono contento perché la squadra mi ha dato l’opportunità di correrlo. Sarò tranquillo. La pressione arriverebbe se dicessi che lo vincerò, ma cercherò di fare il meglio e basta. Non so se il mio meglio è vincere il Giro, arrivare decimo, quindicesimo o saltare. Ci andrò con calma, farò il mio lavoro e basta. Se non ottengo un risultato al Giro, non succede niente. Non ho paura di perdere, si vuole sempre vincere, ma se non succede pazienza, sono comunque un buon ciclista. Se non vinco a 22 anni, non significa che non sarò mai in grado di farlo o che smetterò di essere un buon ciclista”.
Infine qualche battuta sul Tour Colombia, corsa di casa in cui ha concluso in quarta posizione: “I corridori europei sono arrivati qui e hanno detto che dovremmo sentirci a proprio agio sulle nostre strade. È un altro passo avanti per noi. Per me il ciclismo non è mai stato un gioco, penso alla mia famiglia e sono io a prendere lo stipendio a casa. Ovviamente mi piace correre in bicicletta, allenarmi e tutto. Ma non è mai un gioco, a casa dipendono da ciò che faccio”.
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